Volantino Mercitalia Rail

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MERCITALIA RAIL A CHE PUNTO SIAMO?????
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Ad oltre un anno dalla creazione della Società Mercitalia vorremmo fare un primo bilancio su questa operazione di snellimento e risanamento della struttura merci/logistica del gruppo FSI.

Possiamo tranquillamente affermare che l’unico risultato ottenuto è quello della riduzione del personale operativo, ora come non mai ridotto all’osso, quello della desertificazione degli impianti e quello del continuo calo dei volumi di produzione di Mercitaliarail. Di contro abbiamo visto nascere come funghi “nuove” società nella holding ( ultima Mercitalia Shunting & Terminal) alcune delle quali nemmeno preventivate dal piano industriale. Insomma un fiorire di consigli di amministrazione e di dirigenti. Su questo argomento sarebbe interessante conoscere nel dettaglio il rapporto diretti/indiretti di Mercitalia e perché no, anche un dettagliato bilancio consuntivo.

Tutto ciò naturalmente a discapito di chi fa produzione, di chi tira avanti la carretta. La sottoscrizione di un pessimo CCNL e Contratto Aziendale, che ha scaricato TUTTI i costi sul personale mobile del settore merci, è stata corroborata da un vergognoso accordo, quello del 27 luglio 2017, col quale oltre a svendere ulteriori flessibilità, ha definitivamente mercificato quello che dovrebbe essere un diritto, il diritto ad un pasto.

 

La cosa ridicola, se non ci fosse da piangere, è che l’azienda non è nemmeno in grado di sfruttarle tutte queste flessibilità generosamente concesse, la disorganizzazione (organizzata???) e l’improvvisazione la fanno da padrona tutti i giorni. Soppressioni dell’ultimo minuto, rieffettuazioni senza logica cambi traccia treno, ritardi biblici sono ormai il pane quotidiano del personale di MIR. Il turno di lavoro del personale mobile, la cui durata è teoricamente pari alle riprogrammazioni mensili ma spesso diventa settimanale e in alcuni casi dura pochi giorni, nel 2017 è cambiato 19 volte e nel 2018 siamo già a 6 riprogrammazioni dei turni TV2.

Da tutto ciò già si evince la totale mancanza di una strategia Aziendale di rilancio del settore che diventa invece uno spreco di risorse enormi per le quali poi la dirigenza lamenta pure gli scarsi standard di produttività.

Lo stesso management aziendale è responsabile del degrado della logistica e delle condizioni di lavoro del Personale di Macchina costretto come e più di prima a subire condizioni di lavoro al limite del sopportabile. Si utilizzano in esercizio locomotori che meriterebbero un accantonamento in attesa della demolizione o interventi di manutenzione e pulizia radicali e approfonditi oppure ancora vengono fatte circolare composizioni multiple dove di 2 macchine non se ne fa una buona!!!!

Sotto l'aspetto della sicurezza e della prevenzione c'è molto da fare.

Rimangono in piedi tutte le criticità derivanti dall’adozione dell’equipaggio MEC3 con il quale il macchinista NON ha garantito un soccorso efficace e puntuale ( le esercitazioni e le prescrizioni delle ASL sono li a dimostrarlo chiaramente ).

E’ di questi giorni la notizia che la Corte di Cassazione discuterà a breve il ricorso presentato da FSI sul licenziamento del nostro collega Silvio Lorenzoni già giudicato illegittimo da due gradi di giudizio proprio per la mancanza di sicurezza nell’equipaggio MEC3 concordato dalle OO.SS.

E’ di questi giorni la notizia che la Corte di Cassazione discuterà a breve il ricorso presentato da FSI sul licenziamento del nostro collega Silvio Lorenzoni già giudicato illegittimo da due gradi di giudizio proprio per la mancanza di sicurezza nell’equipaggio MEC3 concordato dalle OO.SS. Siamo fiduciosi che la Suprema Corte saprà rispondere alle aspettative del collega e di tutti coloro che in questi anni si sono battuti per la sicurezza sul lavoro, con un sostanziale disconoscimento dell’operato dei sindacati concertativi.

Inoltre le valutazioni aziendali sui turni di lavoro, su stress da lavoro correlato e lavoro notturno sono basati su questionari Inail che nulla hanno a che vedere con l'atipicità dei turni aciclici del personale mobile. La valutazione medica dell'incidenza dell'organizzazione del lavoro sulla salute, nonostante sia stata richiesta da più parti, non è stata effettuata mentre sono innumerevoli i testi di vari luminari sui danni derivati dal mancato rispetto dei cicli circadiani sonno-veglia. Le condizioni di lavoro anzi sono ulteriormente peggiorate con turni sempre più pesanti, con un cadenzamento tra notti, alzate presto in residenza e riposo fuori residenza che, se pur rispettoso della pesante normativa vigente, non permettono un adeguato recupero psicofisico. Si programmano soste in località prive di qualsiasi supporto logistico per il personale oppure in locali che sarebbero da far chiudere tramite la ASL tanto sono ridotte male.

L'introduzione del “nuovo” sistema di vigilanza, senza un adeguata valutazione sanitaria e nonostante le prescrizioni già in essere, aggraveranno ulteriormente la situazione legata allo stress e alla pesantezza del turno di lavoro. A questo vanno aggiunte ulteriori problematiche legate al rischio alimentare, derivante dall'impossibilità di avere una cadenza regolare della fruizione del pasto, un tempo sufficiente e dei locali adeguati per usufruire degli stessi, diritto basilare per ogni cittadino.

Nel fiorire di nuove strutture non possiamo e non vogliamo tacere di MIR GT che sembra il nome di un auto Gran Turismo ma in realtà è la riedizione aggiornata e corretta della Task force degli anni 90, che tanti danni hanno fatto alla categoria dei macchinisti con il loro modo di lavorare al di fuori delle regole contrattuali. C’è, in mezzo al personale, la forte preoccupazione per il silenzio di quasi tutte le OOSS firmatarie su questa come sulle altre situazioni, per non parlare dell’inquietudine che in alcune realtà si percepisce in modo esplicito su una sorta di cogestione fra dirigenza aziendale e OO.SS che, anziché pretendere il rispetto delle norme sottoscritte già pesanti, paiono appoggiare prestazioni lavorative al limite della legalità o ricondotte alla legge con svariati trucchi.

Non possiamo dimenticarci infine degli aspetti amministrativi-gestionali che Mercitalia ha adottato e che non sono minimamente adeguati a rispondere al diritto del personale dell’esercizio di vedersi pagare le prestazioni effettuate. Il mancato pagamento delle PAT o delle flessibilità così come le mancate liquidazioni delle competenze erroneamente conteggiate, sono un’altra faccia della stessa medaglia fatta di disorganizzazione, mancato rispetto delle regole e delle persone, mancata valutazione dei rischi del lavoro. Dobbiamo porre un freno a questa situazione. E’ ora di farlo tutti insieme!!!!

NOI CI SIAMO!!!!!

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