L'anno che verrá (2021)

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L'anno che verrá.

QUI puoi scaricare il volantino di fine anno 


 

Anche questo anno è giunto al termine e noi del Coordinamento CAT proviamo a tracciarne un bilancio per la nostra Associazione.

Il 2020 purtroppo resterà nella storia mondiale per una pandemia che ha stravolto la vita di tutti.

Una pandemia che ci ha privato e ci priverà ancora per un po' di tempo della socialità, dell'incontrarsi, dello stare insieme, che anche per la nostra Associazione è la base di ogni attività.

Nel mondo dei trasporti su ferro questa pandemia verrà ricordata anche e soprattutto per le restrizioni e le conseguenti compressioni di alcuni diritti, a tutela della salute pubblica, che prima della pandemia davamo per scontati.

 

L'impossibilità di consumare un pasto nei locali convenzionati, stante la loro chiusura, ha acuito un problema che comunque esisteva anche prima del COVID 19. I sindacati concertativi non vi hanno mai posto rimedio, anche perché tanto, troppo personale sembra più interessato al ticket che al fatto di avere durante il lavoro una pausa per la consumazione di un pasto. Addirittura il diritto al pasto in MIR è contrattualmente sostituibile da un quantum economico; questo per alcuni colleghi è diventata la soluzione al “problema”.

Le prescrizioni sulla pulizia e sanificazione per la limitazione della diffusione del virus hanno portato nei nostri luoghi di lavoro una maggior frequenza di pulizia rispetto al periodo pre-COVID. Moltissime sono le perplessità sulla loro effettiva efficacia contro il virus a livello di sanificazione. Purtroppo non possiamo nascondere che, in alcuni casi, sempre in MIR le procedure individuate delegano le pulizie\sanificazioni al pdm senza che da parte del sindacato firmatario ci sia stata contestazione alcuna. Infatti, il personale di macchina in siffatta situazione viene esposto ad ulteriori rischi di contagio in aggiunta a quelli già conosciuti.

Resta oscuro il modo con il quale la miriade di imprese private merci abbiano ottemperato a tali prescrizioni di legge. Ci sono strutture del gruppo FS (diagnostica di RFI) in cui le procedure sono carenti rispetto alla tempistica di pulizia e sanificazione.

In tutto ciò il silenzio del sindacato concertativo e firmatario è assordante.

Ci sarebbe da chiedersi come mai i lavoratori si iscrivano o addirittura facciano attività per certe strutture sindacali inutili e addirittura dannose nel loro silenzio, ma ci rendiamo conto che a volte certe rendite di posizione fanno sopportare anche le storture di queste rappresentanze di Lavoratori...

Ognuno di noi dovrebbe dare il giusto valore alle cose e decidere di conseguenza a chi dare fiducia. Chi continua a sostenere che si possano cambiare le cose dentro certe organizzazioni sindacali mente a sé stesso e ai lavoratori che vorrebbe rappresentare!

Chi in questi ultimi anni ha deciso di “ri-mettersi in gioco” in queste organizzazioni non può esimersi dal fare un bilancio della propria attività e dei risultati ottenuti. La necessità di continuare a fare sindacato è determinata, non dal volere del lavoratore, ma dal bisogno dell'organizzazione di mantenere in atto certi privilegi e certe facilitazioni che altrimenti non si avrebbero. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti da decenni.

È giusto? È sbagliato? Noi una idea l’abbiamo. Speriamo che queste domande ricomincino a porsele anche i lavoratori. Il sindacato per poter funzionare ha bisogno di essere legittimato; questo valore passa dalla volontà e capacità dei lavoratori di fare gruppo, mettendo a fattor comune le rivendicazioni. Oggi il mondo ci insegna il contrario ed, ahinoi, la stragrande maggioranza dei lavoratori pare aver sposato questa tesi, con i risultati disastrosi che tutti conosciamo.

L’Associazione nell’anno 2020 è stata impegnata nel denunciare alle Imprese e ai soggetti istituzionali competenti le criticità del lavoro durante la pandemia. In alcuni casi lo abbiamo fatto da soli, in altri con le altre OO.SS. di base. A questo proposito non possiamo nascondere le difficoltà che abbiamo avuto nel confrontarci. Continuiamo a sostenere che il fronte sindacale autonomo, così spezzettato, sia una debolezza in più nel modo di rappresentare una alternativa nel mondo sindacale. Anche in questa situazione a volte prevalgono logiche politiche o di appartenenza, che secondo noi nulla hanno a che fare con la necessità di rappresentare i lavoratori. Questo ci ha portato a sfilarci da alcune vertenze, su cui non vedevamo un progetto costruttivo da mettere in campo.

Ciò non toglie che continuiamo a sostenere la necessità che il fronte sindacale autonomo in Ferrovia debba necessariamente essere unito, sia a livello vertenziale, sia strutturale in un soggetto che possa coagulare attorno a sé tutti coloro che pensano che un modo diverso di fare sindacato esiste e possa essere fatto nell'esclusivo interesse dei Lavoratori.

Chiudiamo questo bilancio con due parole su noi e la nostra Associazione. È indubbio che sta venendo meno quello ventata di entusiasmo che aveva contraddistinto il nostro operato nei primi periodi di attività. Anche nel CAT il ricambio generazionale è avvenuto in minima parte e chi è andato in pensione non sempre è stato sostituito da forze fresche. A ciò si aggiungono sirene di varia natura e un naturale affievolimento della carica iniziale. Siamo arrivati ad oggi con numeri di iscritti assolutamente inferiori alle previsioni, tanto da limitare in numerosi territori la vera e propria attività sindacale del CAT.

Noi crediamo che il cammino della nostra Associazione debba continuare. I lavoratori si renderanno conto di quanto sia importante uno strumento del genere per poter rappresentare le proprie istanze quando il momento politico sindacale lo richiederà.

Uno strumento così importante è meglio averlo pronto piuttosto che doverlo ri-costruire.

Nel frattempo non possiamo fare altro che Resistere, Resistere, Resistere.


Buon anno 2021 a tutti.

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