Congedo abbinato al riposo settimanale
Lettera all'azienda (Scarica QUI e diffondi)
Sentenza di Primo Grado su Strage di Viareggio
Volantino su Sentenza (Scarica QUI e diffondi)
Volantino CCNL e Referendum
CCNL & Referendum (Scarica QUI e diffondi)
OLTRE LA PUNTA DEL NASO…
Il contratto è arrivato e i firmatari si dicono soddisfatti. Tuttavia, gli aumenti sbandierati rappresentano l’adeguamento all’inflazione e gli arretrati sono sostanzialmente costituiti dai premi di risultato pregressi, soldi che avremmo già dovuto incassare, ma che furbescamente non sono stati liquidati.
E la normativa di lavoro? E le prospettive rispetto alle modifiche societarie?
I MESSAGGI INASCOLTATI DEI LAVORATORI
I lavoratori si erano mobilitati, non soltanto con gli scioperi da noi dichiarati e che, nonostante le infinite difficoltà di attuazione, sono stati condivisi dai più, ma anche da una serie di assemblee spontanee e trasversali che, in primavera si erano susseguite in tutto il territorio nazionale. Il filo conduttore è il grande disagio di fondo che ha dato vita ad una serie rivendicazioni e di lecite richieste rispetto a una qualità della vita che molte fasce di ferrovieri vedono compromessa da una normativa di lavoro insostenibile. Rivendicazioni e richieste che dovevano partire o quantomeno essere raccolte anche dai sindacati firmatari, per rivendicarle nella trattativa con l’azienda e produrre miglioramenti dell’orario di lavoro.
Questi sindacati, hanno ignorato le istanze dei lavoratori, che chiedevano miglioramenti di orario, ma oggi ci dicono “… sul piano normativo non è cambiato niente...”. Ebbene, non soltanto si dimenticano di precisare che questo contratto rimarrà in vigore solo 1 anno, ma a ben vedere si tratta di un’affermazione falsa, perché qualcosa è cambiata proprio sul piano normativo: le vittime sono i lavoratori Cargo, ma le insidie sono ben più ampie.
LA CARGO E L’ASSENZA DI CONTROPROPOSTE SINDACALI
Sul piano generale, va osservato che in merito alla cessione di ramo d’azienda del settore Cargo di Trenitalia e alla costituzione di una s.r.l. (Mercitalia Rail) non c’è stata nessuna seria opposizione sindacale. Nessuna azione di pressione, nessuno sciopero, nessun serio tentativo, da parte della compagine sindacale presente al tavolo, di forzare la mano e perseguire l’aggregazione delle strutture produttive di Trenitalia e risolvere così i problemi di Cargo, facendo leva sulle economie di scala, al fine di utilizzare appieno le prestazioni richieste ai lavoratori e ridurre i mille centri di comando, con annessi capi e capetti, che asfissiano i lavoratori, non producono benefici alla produzione ed anzi affossano i bilanci. Sappiamo bene che la difesa di posti di lavoro dei quadri è un argomento che investe la sensibilità dei sindacati firmatari (basta guardare le qualifiche dei capetti sindacali per capire il problema), ma analoga, anzi maggiore sensibilità si dovrebbe avere sulla salute e sicurezza dei lavoratori. La storiella della canoa con più timonieri e meno vogatori bene aderisce non solo ai tanti quadri, ma anche ai tanti posti dirigenti che verranno creati con Mercitalia (amministratore delegato, presidente, membri del consiglio di amministrazione, ecc.). Chi Paga? E chi pensa davvero che funzionerà solo perché si cambia nome? Finanche la clausola di salvaguardia sventolata dai sindacati (cioè la possibilità di rientro in Trenitalia se ci fossero crisi occupazionali) quanto è realmente esigibile per i lavoratori?
I PEGGIORAMENTI NORMATIVI
L’assenza di una proposta alternativa, volta a puntare alle sinergie ed alle economie di scala all’interno di Trenitalia (es. il service, così come lo fanno in Sicilia) non è il solo problema. Nella contrattazione, questi sindacati hanno sancito un’ulteriore svendita della vita privata e della salute dei lavoratori. Infatti, il contratto aziendale pone nella piena disponibilità datoriale quasi tutte le deroghe previste dal CCNL per il personale mobile della Cargo: aumenti delle prestazioni lavorative a doppio agente sia di giorno (11 ore) che di notte (9 ore), che con TPT (a 10 ore); aumenti delle prestazioni lavorative con RFR e allungamenti degli stessi fino a 28 (30 ore se concordati con le RSU). Beninteso, si tratta di peggioramenti non compensati da minor lavoro settimanale o maggiori tempi di riposo. Accordo che ricade oggi sul personale mobile ex Cargo (poco più di 2000/2200 persone); un numero ininfluente rispetto alla totalità dei votanti al prossimo Referendum per il Contratto appena firmato (una strategia ricorrente).
NESSUN RIPENSAMENTO, ANZI….
Chi ricorda gli accordi sull’agente solo? Ebbene, anche quegli accordi colpirono solo una parte dei ferrovieri. Nel frattempo, molte sentenze dei Tribunali della nostra Repubblica (Bellantoni – Lorenzoni ed altre), hanno ritenuto che quegli accordi (agente solo/TPT Cargo) sono contrario a principi costituzionali e legali in tema di tutela della salute e sicurezza. Come se nulla fosse, questi sindacati, hanno ignorato i pronunciamenti della magistratura e hanno firmato nuovi accordi, in cui aumentano ulteriormente quei rischi: TPT Cargo di notte a 7 ore, aumentabili a 8; eliminazione dei riposi week end; pasto a discrezione aziendale (mangeranno il ticket?).
UN REFERENDUM DALL’ESITO SCONTATO
Non pensiamo affatto di essere così bravi da cambiare le sorti di questo Referendum con un volantino di due pagine. La maggior parte dei ferrovieri associa questo contratto, non ai 60 euro netti al mese che mediamente produrrà, ma alle tabelline con 1500 euro + 600 Euro + 600 Euro; il vero incentivo sono quei soldi che, a ben vedere, non riguardano il contratto firmato, ma quello precedente.
Né pensiamo di poter contrastare la controinformazione che ha già invaso capillarmente tutti gli impianti; pensiamo però che una visione critica di ciò che accade può aiutarci in prospettiva.
GUARDARE OLTRE LA PUNTA DEL NASO
All’orizzonte c’è la quotazione in borsa del trasporto passeggeri AV e lunga percorrenza; sempre sul tavolo ci sono le gare e la regionalizzazione del trasporto locale in ferrovia.
In questo quadro, è ragionevole pensare che i peggioramenti di Cargo rimarranno circoscritti a Cargo? E che non ci saranno altre cessioni? E chi dovrebbe mettere in guardia i lavoratori dalle strategie aziendali di frazionamento ed indebolimento?
Sacrificando un pezzettino per volta, la maggioranza che si “salva” condivide le scelte e “democraticamente” si va avanti con Referendum “strabici”, ma alla lunga il sistema non funziona, nemmeno ad essere cinici. Prima o poi tocca a tutti.
Chi riesce a vedere oltre la punta del proprio naso capisce benissimo che la giostra girerà e che prima o poi sarà il turno di altri…. anche il suo.
Serve una forte presa di coscienza: chi dice di rappresentarci non lo fa nel nostro interesse!!!