Sentenza Lorenzoni - Appello -
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- Pubblicato Martedì, 19 Luglio 2016 09:00
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Confermata la sentenza di 1° grado, Silvio vince anche in appello!
Il 19 luglio può sicuramente essere considerata una data storica per tutti i lavoratori e per i macchinisti in particolare. Si conclude, infatti, il secondo grado del processo che vedeva Trenitalia contro il nostro collega macchinista Silvio Lorenzoni, licenziato perché si era rifiutato di prestare servizio da agente solo. Il tribunale di Genova ha nuovamente emesso giudizio positivo per il nostro collega, e va a confermare la sentenza di primo grado che già aveva dato lo stesso esito.
Sentenza storica perché mette nero su bianco l’obbligo del datore di lavoro di attuare comportamenti a tutela delle condizioni di salute dei suoi dipendenti e un’efficace attività di prevenzione in materia di antinfortunistica. Se anche determinati lavori sono più pericolosi di altri l’azienda non può diminuire i livelli di sicurezza per perseguire i suoi interessi economici e il tribunale ha acclarato che in questo caso, essendosi dilatati i tempi di soccorso vi è stato un arretramento della tutela antinfortunistica. D’altra parte, la sentenza non fa che confermare quanto già convenuto dalle asl intervenute in questi anni sul tema, le tempistiche per garantire soccorso al macchinista non sono adeguate.
Il ruolo dei sindacati firmatari degli accordi sull'agente solo è vergognoso, accordi firmati non solo quando questi sono in completo disaccordo con gli interessi dei lavoratori, ma cosa ancora più grave quando questi gravano sulla sicurezza e sulla salute dei lavoratori. Un grande smacco non solo per l'azienda, ma anche per i sindacati, la loro assoluta noncuranza per i lavoratori e la loro amoralità era sotto gli occhi di tutti, il tribunale ha svuotato di valore i loro accordi anche dal punto di vista legale.
Di sicuro dopo questa sentenza l’azienda deve porsi dei quesiti sull'assetto organizzativo e fare in modo che questo corrisponda ai requisiti di legge. In un momento storico in cui sembra che il profitto possa essere perseguito ad ogni costo arriva una sentenza in grado di inceppare questo ingranaggio e pone finalmente il lavoratore e l'uomo al di sopra di tutto.
Esprimiamo grandissima soddisfazione per il collega e per la categoria tutta che vede confermare quello che da anni sosteneva.
Una grande vittoria che speriamo possa essere l’inizio di un percorso che veda finalmente il lavoratore tutelato.