Un giorno da Capotreno
Volantino (Scarica QUI e diffondi)
Sulla Savona-Ventimiglia sempre lo stesso ragazzo magrebino che fa la spola tra Savona-Albenga-Diano Marina. Su ogni treno lo trovi, da solo o in compagnia di un altro. Sembra faccia il corriere tra queste località, di cosa chi lo sa.
Non gli ho mai chiesto un biglietto, sarebbe inutile. Ci guardiamo, io passo oltre. Io so che lui non ha il biglietto, lui sa che io so che non ha il biglietto e che non a caso mai glielo chiedo.
Sono grane, che tanto non puoi risolvere e te ne tieni alla larga, tanto tra un'ora sul treno successivo lo troverai di nuovo e tu sarai sempre solo.
Consolidata routine per tentare di rischiare il meno possibile e arrivare a casa, si spera intatti.
Uno svilimento del mio lavoro e mortificazione personale, con la consapevolezza di non poter fare di più, ma per coerenza neanche di poter chiedere biglietti agli altri viaggiatori e anzi passare a testa bassa tra quelli che il biglietto lo pagano e che in questo strano paese pare siano sempre i meno furbi.
Poi però capita che anche se cerchi di stare il più lontano possibile da situazioni potenzialmente pericolose queste ti arrivano addosso. Così mentre scorti l'ultimo treno della sera che da Ventimiglia arriva a Savona, ci fai un giro sopra, guardi la gente e l'unica cosa che speri è di arrivare a casa e quando hai il cuore un po' più leggero perché ormai sei a Finale e arrivare a Savona è un attimo vedi un ragazzo correre giù per le scale, una donna gridare.
Lei in lacrime racconta che mentre usava il suo smartphone un ragazzo glielo ha strappato violentemente dalle mani ed è scappato.
È sconvolta, più che per il telefono per il gesto violento che l'ha sorpresa mentre da sola tornava a casa dal lavoro.
Ci sono testimoni che mi dicono che un ragazzo che parlava con il ladro è ancora sul treno, me lo indicano.
Sempre lui.
Sempre il ragazzo con il quale già tante, troppe volte i nostri sguardi si sono incrociati. Avverto la polizia che a Savona lo attende.