Comunicato CAT licenziamenti in ISC

ComuniCATo 07/04/2015 (scarica QUI versione PDF)

Art. 18 riforma Fornero licenziamenti discriminatori legittimi

Ecco gli strumenti che servivano alle imprese Etiche

Interporto Servizi Cargo ISC impresa ferroviaria merci ha licenziato, circa tre mesi fa, il macchinista e coordinatore di sala operativa della sede di Nola Antimo Bucciero.

La sua colpa?

 

Essere vittima, almeno ufficialmente, di un’ulteriore riduzione dei costi del personale per far fronte a difficoltà di bilancio della società.

 

Il Collega ha alle spalle una lunga storia sindacale avendo espletato anche la funzione di RSA. Ha partecipato attivamente alle mobilitazioni e non si è mai tirato indietro quando c'era da segnalare/rapportare ai vertici della società violazioni contrattuali o prevaricazioni quotidiane sul posto di lavoro.

Ha continuato anche quando, per mancanza di sostegno sindacale, le stesse mobilitazioni sono cessate.

La sua coerenza e la sua leale convinzione, anche a fronte della mancanza di unità tra i lavoratori, l’hanno portato a subire il licenziamento da parte di ISC, società rispetto alla quale il collega ha deciso di difendersi in sede giudiziaria nominando un proprio avvocato di fiducia e sostenendone le spese.

Il ritardo con il quale ci esprimiamo sulla vicenda è stato dettato dalla necessità di proteggere con lui, senza compromettere l’esito, il percorso giudiziario che lo porti a far emergere davanti all'autorità preposta e all'opinione pubblica, l’inesistenza delle motivazioni che hanno portato al suo licenziamento. La società ISC proprio in quegli stessi giorni rinnovava il contratto ad alcuni ex-macchinisti FS già titolari di pensione che vengono usati quotidianamente dalla stessa società per condurre i propri treni. Al collega Bucciero, per conto, veniva negata la possibilità di essere ricollocato come macchinista, mansione per la quale è dotato di regolare licenza.

Ulteriore prova dell’ingiustificato motivo del licenziamento, è il persistente utilizzo in funzione di coordinatore di sala operativa di lavoratori di altra qualifica, e nei casi in cui non ci sia disponibilità ricorrendo addirittura alla reperibilità telefonica impresenziando di fatto la sola operativa.

ORA CHE FARE?

Dobbiamo sostenerlo in ogni modo possibile, rendere pubblica la sua vicenda, contribuire a far emergere i comportamenti di queste imprese e denunciare le pericolose alchimie organizzative. Un’organizzazione del lavoro quella di ISC piena di contraddizioni, per usare un eufemismo, che le OO.SS firmatarie hanno purtroppo condiviso e continuano a condividere pur in presenza di licenziamenti assolutamente discutibili.

Qualche mese prima del licenziamento di Antimo Bucciero la stessa ISC aveva riservato un trattamento simile ad un altro macchinista.

Tale lavoratore è stato accusato dell’uso illecito di bene della società per 17.50€ !!! L'abbandono del posto di lavoro, contestato al collega per essere rientrato in vettura anticipatamente rispetto al turno previsto, pur essendo uno sbaglio che non vogliamo giustificare, era un abitudine di molti, ma evidentemente per l'azienda non tutti i lavoratori sono uguali e con essi non tutte le appropriazioni indebite, c'è chi ha potuto farlo con il benestare dell'azienda e chi alla prima occasione è stato pesantemente punito.

Quello che emerge in modo sconvolgente da queste vicende è un piano aziendale mirato a sopperire ai problemi di bilancio, riducendo, licenziando, con qualsiasi pretesto, personale assunto a tempo indeterminato. La forza lavoro necessaria viene invece reclutata tra lavoratori pensionati assunti con contratti evidentemente più economici e tra lavoratori in formazione, provenienti da centri di formazione (indovinate chi gestisce questi centri?) dove hanno acquisito a proprie spese (onerose) le abilitazioni necessarie. Inoltre e grazie alle nuove norme del job acts, tali lavoratori sono privi delle tutele riconosciute ai lavoratori già assunti a tempo indeterminato.

Di questo passo, con il silenzio significativo del sindacato, finiremo per essere tutti “sostituiti” con i nuovi lavoratori-schiavi del job acts o forse solo licenziati senza ricambio.

Comunque non ci arrenderemo e lavoreremo affinché cresca la consapevolezza dei lavoratori nella necessità di un’azione di difesa “collettiva” senza la quale qualsiasi genuflessione o deroga lavorativa individuale verrà ben presto ritenuta insufficiente e, paradossalmente, motivo di licenziamento.

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