Volantino su accordo NTV

Solidarietà a chi ?

 

In principio fu Start-up.  Nel luglio del 2011 i sindacati in via del tutto autonoma senza coinvolgere gli interessati  come ormai loro consuetudine,accettano un nuovo contratto per i lavoratori NTV, cucito su misura sulle esigenze della nuova impresa, creando un vero e proprio dumping contrattuale con Trenitalia, azienda concorrente nella divisione Alta Velocità attraverso il principio + lavoro – salario.

Ovviamente sarebbe stato assolutamente fuori luogo protestare.

 

Ed è subito crisi.  Nell'aprile 2012 il servizio commerciale e presto ci si rende conto che qualcosa non va. Anche se i viaggiatori si affezionano al servizio offerto dal personale, giovane cordiale ed sorridente (a riprova che nessuna delle difficoltà dell'azienda può essere imputata a chi ci lavora) evidentemente “qualche” calcolo è stato sbagliato: stranamente la concorrenza non stende tappeti rossi, parte una prevedibile guerra di prezzi e le strategia di marketing preventivata (affidata ai nuovi canali di vendita, al pricing,  alla promozione ecc…) pare inadeguata non garantendo i risultati attesi.

Naturalmente a pagare il conto sono sempre gli stessi.!!! Ai lavoratori viene chiesto un crescendo di disponibilità e flessibilità, in cambio di richiami disciplinari al minimo errore instaurando in azienda un clima pesante di ansia e pessimismo.

In tutto ciò i sindacati firmatari, contravvenendo a quello che dovrebbe essere il ruolo di rappresentanti dei lavoratori,  si fanno portavoce di ogni singola esigenza datoriale e dopo ogni incontro riferiscono ai lavoratori, quasi come fosse un passo del Vangelo,  le richieste e le preoccupazioni dell’impresa, tanto che la stessa non sente neppure mai il bisogno di emettere un proprio comunicato; semplicemente si fida ciecamente di cosa le fedeli organizzazioni riporteranno e anche di come lo riporteranno.

Dopo solo un anno di attività commerciale, si inizia a mormorare di bilanci in rosso, ammortizzatori sociali, licenziamenti e della mancata corresponsione del premio di risultato.

Sempre con il tacito assenso delle OO.SS. firmatarie l'azienda dove possibile comincia a tagliare straordinari, le ore di lavoro notturno e persino il servizio a bordo per gli ItaloPass. 

Naturalmente di ciò che interessa ai lavoratori tipo la ridiscussione dei nuovi minimi, previsti da contratto dal gennaio 2014, non si parla minimamente,come fosse un tabù.

Anche in questa occasione, ovviamente sarebbe stato assolutamente fuori luogo protestare.

Solidarietà obbligatoria.  Dulcis in fundo veniamo ad oggi con il  “triplice accordo” del 4 marzo 2014; in cambio del diritto del personale  di vedersi riconosciuto il pagamento del Premio di Risultato 2013 e l’adeguamento dei nuovi minimi salariali, le OO.SS firmatarie, con un vero e proprio colpo di genio condividono con l’azienda l’esigenza di imporre la  solidarietà obbligatoria.

C'erano 80 ostaggi tenuti in bilico dall’incapacità di chi amministra, 80 persone sicuramente indispensabili per mantenere lo standard Italo. Che fare per salvarle ( momentaneamente ?)? Niente di più semplice. Le si è riuscite a far passare per superflue e in questo modo hanno potuto scaricare il costo del loro lavoro in parte sui loro colleghi  (i 993 dipendenti) ed in parte sull'INPS (che si sobbarcherà buona parte dell'ammortizzatore sociale). Hanno conservato intatto l'organico facendolo pagare ai lavoratori NTV e ai cittadini italiani. Complimenti.

In più nel ricatto l'azienda ci mette anche i diritti del personale: i nuovi minimi e il premio di risultato verranno concessi solo in cambio di una solidarietà obbligatoria.

Con grande plauso dei sindacati firmatari, che si auto-incensano per l'ottimo risultato, NTV accorda semplicemente quello che era già scritto nero su bianco su quello stesso contratto che loro stessi si sono scritti e che già tante volte si sono sentito stretto e, in cambio di cotanta magnanimità, ottiene di poter colpire nuovamente la professionalità di chi lavora con una decurtazione fino al 10% della retribuzione, già tra le più basse del settore ferroviario.

Tutto questo naturalmente,anche questa volta, senza che a nessuno venisse in mente di consultare democraticamente gli interessati, a nostro avviso insieme alla perdita di ulteriori diritti il fatto più grave dell’intera vicenda.

L'idea di un confronto onesto con chi questo accordo lo pagherà non sfiora minimamente chi dice di rappresentare i lavoratori ma in realtà da anni, in nome di una ipotetica difesa del lavoro, è diventato solo un notaio per imprenditori e aziende inadeguati.

Il lavoro si difende cominciando a tutelare i lavoratori e non rendendoli schiavi del sistema. Visto gli attori in campo i lavoratori delle altre imprese devono iniziare a preoccuparsi ?

La domanda ora sorge spontanea :

E' ancora assolutamente fuori luogo protestare?

 

E.N. CAT, 8 marzo 214

 

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